sabato 9 aprile 2016
OSPITALITA' - LA POSADA DE JUAN Y MARISOL
LA POSADA DE JUAN Y MARISOL
B&B - ACCOMODATION - RENTS ROOM
Al centro del borgo medievale di Tortorella, è ubicata La Posada de Juan y Marisol, un'elegante struttura ricettiva che vi accoglierà per trascorrere le vostre vacanze. La struttura sorge all'interno di un antico palazzo risalente al 1885, con portoni dell'epoca e soffitti dalle antiche travi in legno.
Tortorella è un piccolo borgo medievale situato su una ripida altura che domina la valle del fiume Busseto.
Immersa nel verde e nella natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento, Tortorella rappresenta un giusto compromesso per chi ama la montagna, ma non vuole rinunciare al piacere del mare dal quale dista solo quindici minuti di auto.
Le camere sono ampie, funzionali e dotate di tutti i comfort.
Cosa aspettate a contattarci?
Tortorella è un piccolo borgo medievale situato su una ripida altura che domina la valle del fiume Busseto.
Immersa nel verde e nella natura incontaminata del Parco Nazionale del Cilento, Tortorella rappresenta un giusto compromesso per chi ama la montagna, ma non vuole rinunciare al piacere del mare dal quale dista solo quindici minuti di auto.
Le camere sono ampie, funzionali e dotate di tutti i comfort.
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CASA VACANZE IL MELOGRANO
Casa Vacanze IL MELOGRANO è una piccola struttura, aperta tutto l'anno, dotata di 9 camere all'interno del grazioso borgo di Tortorella gestita direttamente dai proprietari con la collaborazione di personale qualificato sempre a vostra disposizione.
L’ambiente e le camere accoglienti trovano spazio in un luogo piacevole per il vostro soggiorno.
L’ambiente e le camere accoglienti trovano spazio in un luogo piacevole per il vostro soggiorno.
Il luogo, montuoso e ben soleggiato, offre un’ ampia gamma di possibilità escursionistiche. Il paesino è circondato da numerose altre località tipiche del suolo cilentano, infatti in pochissimi kilometri vi è il mare e la montagna.
Oppure quando hai il desiderio di sognare, di nasconderti, di liberarti dallo stress quotidiano... lasciati viziare da un ambiente accattivante, dove un accoglienza semplice ed essenziale ti farà sentire a casa tua!
camere doppie con possibilità tripla, camere matrimoniali e piccolo appartamentino per 4 persone. Arredate con gusto e dotate di tutti i confort, tv, internet, cucina e numerosi servizi inclusi...
OSPITALITA' - Residenza Rurale Poggio San Nicola
RESIDENZA RURALE POGGIO SAN NICOLA
Nel suggestivo Golfo di Policastro, tra l'incanto delle dolci colline e l'azzurro mare del Cilento, sorge Poggio San Nicola Residenza Rurale B&B, per chi ama godere della
benefica e rigenerante vita di campagna.
La tenuta è dotata di 11 ettari di terreno, di strade e sentieri che consentono lunghe passeggiate nel verde dei boschi. Il vecchio Rudere sapientemente ristrutturato nel rispetto del sobrio stile country, accoglie gli ospiti in 5 camere, con i moderni confort e servizi privati.
Gli spazi esterni, la piscina panoramica con idromassaggio e la quiete della campagna circostante, contribuiscono a rendere il soggiorno piacevole e rilassante. La Residenza Rurale offre una gustosa prima colazione, servita all'aperto o nell'accogliente soggiorno con camino.
Gli ospiti possono godere dell'utilizzo di spazi attrezzati, ampio parcheggio, internet wifi. Poggio San Nicola dista solo 10 minuti dalla costa ed ha una posizione strategica per visitare le bellezze paesaggistiche e naturalistiche dell'entroterra.
OSPITALITA' - B&B Ospitalità Don Carlo
B&B Ospitalità Don Carlo
Situata a Tortorella, piccolo borgo medioevale nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
L'Antica casa di proprietà della famiglia Tancredi gode di una splendida posizione panoramica offrendo diverse soluzioni di pernottamento. Tutto ciò assicura una vacanza rilassante ed esclusiva per riposarsi, ritemprarsi e conoscere le bellezze naturali ed artistiche del territorio. Un'antica casa dell'800 di recente ristrutturata nel rispetto dello stile dell'epoca, offre ambienti eleganti e raffinati, mantenendo intatto il fascino della bella casa del tempo. Qui la tradizione, l'atmosfera, l'attenzione per l'ospite rendono il soggiorno piacevole ed esclusivo.
La famiglia Tancredi accoglie i suoi ospiti in 5 camere, che possono ospitare da due a 4 persone e che possono essere combinate per gruppi e famiglie, curate e finemente arredate in stile, unendo il confort della modernità al fascino del passato. Le stanze Maria e Giuseppina prospettano su un ampio terrazzo dal panorama incantevole ove si gode una splendida visione del mare e, nelle fasi di bassa mare, l'imponente Stromboli.
La stanza Carlo, da cui si accede dal salone di famiglia,prospetta in un suggestivo vicolo le stanze Luisa e Flavia conservano intatti prestigioso decori dell'epoca ottocentesca.
L'Antica casa di proprietà della famiglia Tancredi gode di una splendida posizione panoramica offrendo diverse soluzioni di pernottamento. Tutto ciò assicura una vacanza rilassante ed esclusiva per riposarsi, ritemprarsi e conoscere le bellezze naturali ed artistiche del territorio. Un'antica casa dell'800 di recente ristrutturata nel rispetto dello stile dell'epoca, offre ambienti eleganti e raffinati, mantenendo intatto il fascino della bella casa del tempo. Qui la tradizione, l'atmosfera, l'attenzione per l'ospite rendono il soggiorno piacevole ed esclusivo.
La famiglia Tancredi accoglie i suoi ospiti in 5 camere, che possono ospitare da due a 4 persone e che possono essere combinate per gruppi e famiglie, curate e finemente arredate in stile, unendo il confort della modernità al fascino del passato. Le stanze Maria e Giuseppina prospettano su un ampio terrazzo dal panorama incantevole ove si gode una splendida visione del mare e, nelle fasi di bassa mare, l'imponente Stromboli.
La stanza Carlo, da cui si accede dal salone di famiglia,prospetta in un suggestivo vicolo le stanze Luisa e Flavia conservano intatti prestigioso decori dell'epoca ottocentesca.
Per chi vuol trascorrere una vacanza in appartamento, la Famiglia Tancredi, al piano terra della casa padronale, offre due residenze caratteristiche e ben confortevoli.
L'appartamento "Zia Sisina" e "La Stalla" sono completamente arredati e dotati di servizi privati, cucina attrezzata, biancheria da bagno, da letto, da tavola camere singole e doppie con possibilità di letti aggiunti. Ogni stanza è dotata di bagno con doccia, aria condizionata, tv, computer, telefono, internet.
A disposizione degli ospiti un comodo forno a legna, posto auto riservato, spazio esterno in giardino attrezzato e parco giochi. La struttura è dotata di misure per portatori di handicap.
L'appartamento "Zia Sisina" e "La Stalla" sono completamente arredati e dotati di servizi privati, cucina attrezzata, biancheria da bagno, da letto, da tavola camere singole e doppie con possibilità di letti aggiunti. Ogni stanza è dotata di bagno con doccia, aria condizionata, tv, computer, telefono, internet.
A disposizione degli ospiti un comodo forno a legna, posto auto riservato, spazio esterno in giardino attrezzato e parco giochi. La struttura è dotata di misure per portatori di handicap.
Dimora San Giorgio
Antico ovile cilentano completamente ristrutturato, a 2 Km dal centro abitato di Tortorella, offre grazie alla sua posizione il giusto equilibrio tra mare e monti. Dotata di parco giochi e di spazio esterno attrezzato per il relax con tavolo e sedie all'ombra di quercie secolari, è composta da cucina-soggiorno, da due camere da letto con bagno privato e uno splendido terrazzo con vista mare.
Lo stile è tipicamente rustico e sobrio. Si accettano animali da compagnia, fornendo anche una cuccia per cani.
Lo stile è tipicamente rustico e sobrio. Si accettano animali da compagnia, fornendo anche una cuccia per cani.
venerdì 8 aprile 2016
LE INCURSIONI DEI CORSARI DEL 1534 E DEL 1552
Nell'anno 1534, il
corsaro Khair-ed-din Barbarossa, ottenuto il comando della flotta turca dal
Sultano Solimano II, dopo aver sparso il terrore sulle coste del Mediterraneo,
assecondato nei sui feroci propositi dal "Giudeo", altro terribile
pirata e suo degno compare, si avventò con furia selvaggia su Policastro, ne
distrusse non poche opere d'arte, la saccheggiò spietatamente e, quindi, la
diede alla fiamme.
In tale circostanza ebbero a subire il
saccheggio e l'incendio anche i centri di Scario, San Giovanni a Piro, Bosco,
Roccagloriosa, Torre Orsaia, Santa Marina, Vibonati e Sapri..
Nel 1552, il 10 luglio, sabato sera, una flotta
musulmana di 123 navi gettò le ancore nel golfo di Policastro, ed esattamente
presso la località che è chiamata Oliveto. Il giorno dopo, domenica, i
musulmani guidati da Dragout-Rais Bassà, detto Dragut, sbarcarono più veloci
delle aquile e misero a ferro e a fuoco Policastro ove rimasero solo 30
persone, fra le quali il vescovo Francesco da Massanella, e distrussero gli
archivi urbani e quanto di sacro esisteva nel convento di San Francesco. Il
giorno successivo, dopo aver fatto festa sulla spiaggia durante la notte,
saccheggiarono e distrussero San Cristoforo, Spani (oggi Ispani), Vibona (che
scomparve definitivamente), Santa Marina e San Giovanni a Piro, altri Bosco, Torre
Orsaia, Rocca Gloriosa e Castel Ruggero, inseguendone gli abitanti sui monti e
uccidendoli in luoghi deserti. Numerosi furono i morti e altrettanti i
prigionieri. I raccolti furono bruciati nei campi. Roccagloriosa subì un
vastissimo incendio; oltre cento abitanti furono uccisi o portati via come
schiavi. A tale motivo la Regia Camera accordò una esenzione fiscale per tre
anni. Il giorno 13 luglio assalì Camerota e Pisciotta.
Di fronte a tali incursioni la cittadina di
Tortorella rimase miracolosamente illesa. I corsari giunsero fino a Vibonati,
ma non proseguirono oltre.
DALLA CACCIATA DEL MARCHESE CARAFA ALL'UNITÀ D'ITALIA
Agli inizi del XIX
secolo, con l'epopea napoleonica si ebbe l'abolizione del regime feudale. Nel
1810 la tirannica famiglia del marchese Carafa, che amministrava Tortorella dal
1600, abbandonò il paese. Ebbe fine così un lungo periodo caratterizzato da
soprusi e violenze ai danni della popolazione e del clero tortorellese.
Le insurrezioni che hanno contraddistinto il
Cilento in periodo borbonico non trovarono alcun appoggio in Tortorella. La
forte amministrazione politica, gestita saldamente dai nobili e dal clero, non
lasciò spazio alle sommosse popolari.
Tortorella non partecipò pertanto
all'insurrezione nel Cilento del 1828, capeggiata da Antonio De Luca, né alla
rivolta del 1848.
Accettando lo stato delle cose, per una sfiducia
nei cambiamenti, contribuì alla disfatta del tentativo di Pisacane di far
insorgere le popolazioni del Cilento.
La sera del 28 giugno 1857, Carlo Pisacane
sbarcò a Sapri. Il giorno seguente dopo aver invano cercato aiuti a Sapri e
Torraca proseguì verso il Fortino seguito dai trecento rivoltosi. Il bel
capitano marciò in direzione di Casalbuono per poi piegare verso Padula dove fu
attaccato dalle guardie urbane. Gli scampati a tale scontro, incluso Pisacane,
perirono nell'attacco presso Sanza.
Nel tardo pomeriggio del 29 giugno un drappello
di rivoltosi aveva cercato di penetrare in Tortorella. L'attacco fu respinto
dalle Guardie Urbane. Giambattista Bello fu decorato con medaglia d'oro per
l'impegno profuso.
All'epoca Tortorella aveva a disposizione un
efficiente sistema difensivo basato su imponenti mura di cinta e numerose torri
di guardia.
Nel Novecento, in paese una strada sarà dedicata
all'eroe genovese.
Il 22 ottobre 1860, a seguito del Plebiscito a
Napoli e in Sicilia, il Regno delle due Sicilie fu annesso allo Stato Sabaudo.
Il 20 settembre 1870 l'esercito italiano,
guidato dal generale Cadorna, entrò a Roma.
Dai censimenti demografici la popolazione di
Tortorella appare seguire un andamento decrescente:
nel 1861 ab. 1101
nel 1871 ab. 1128
nel 1881 ab. 1152
nel 1901 ab. 1318
nel 1911 ab. 1266
nel 1921 ab. 1080
nel 1931 ab. 888
nel 1951 ab. 963
nel 1961 ab. 901
nel 1971 ab. 853
nel 1981 ab. 783
nel 1991 ab. 717
nel 2001 ab. 711
TORTORELLA, CORRADINO DI SVEVIA E LA RITORSIONE DI RE CARLO D'ANGIÒ
Dopo la morte di Re
Manfredi (1266), nel settembre del 1267 discese in Italia il giovane Corradino
di Svevia, figlio di Corrado IV e di Elisabetta di Baviera, ultimo degli
Hohenstaufen, chiamato dai partigiani dell'Impero. Egli fu accolto
trionfalmente a Roma, ma il 23 agosto 1268, presso Scurcula Marsicana (Fucino),
Corradino venne sconfitto da re Carlo d'Angiò.
Scampato alla battaglia venne poi catturato
presso la Torre di Astura e consegnato a Carlo, che lo fece condannare a morte
(Napoli, piazza del Mercato, 29 ottobre 1268). In una lettera inviata al
giustiziere di Principato e Terra Beneventana nel 1279, Re Carlo I evoca eventi
ignoti verificatisi nell'odierno basso Cilento in quel tempo.
Da questa lettera si apprende di cavalieri con
predicato locale, per cui è da supporre che Tortorella fosse già fiorente in
epoca normanna. Infatti Carlo d'Angiò segnala nella sua lettera che il milite
Roberto de Bertanoni, il milite Guglielmo Marchisio il vecchio, Marchisiello
suo nipote, Nicodemo suo fratello, Ugotto Mazzacanna, Giovanni di Aldo e
Anselmo de Offiza della Terra di Tortorella, al tempo delle ultime irruzioni
nemiche nel Regno presero le parti di Corradino. Anzi all'approssimarsi delle
galee condotte da Federico Lancia e da Riccardo Filangieri al litorale di
Policastro, i predetti si recarono a incontrare il vascello imperiale. Ricevuti
i sopravvenuti come capitani, questi furono condotti nel Feudo di Tortorella e
venne affidato nelle loro mani l'amministrazione ed il governo dell'Università.
Alla venuta di Corradino fecero poi solenni e pubbliche feste.
Dopo la sconfitta di Corradino, Re Carlo ordinò
a Ruggiero Sanseverino, Conte di Marsico di far arrestare i soldati di
Tortorella, i quali si erano già messi in salvo con la fuga. Il Re, pertanto
aveva ordinato di distruggere le loro case, svellere le loro vigne, distruggere
i raccolti e dare i loro beni in amministrazione, prima ad un certo Arduino, e
poi a Giovanni Gallina, i quali se ne erano già impadroniti. Il Re pertanto
ordinò al giustiziere di estromettere costoro prendendo in consegna tali beni.
Vi è pure notizia che Margherita Guarna, vedova
del fu Matteo di Padula, concesse l'annua "previsione" di once XX sui
beni del ribelle Giovanni da Procida, in cambio dei casali di Tortorella e di
Casalnuovo quae tenebat pro dodario.
È del 1289 un ordine perentorio di Re Carlo II
ai salernitani Riccardo de Ruggiero e Riccardo D'Aiello di recarsi
immediatamente, sotto pena di confisca dei loro beni, rispettivamente al
castello di Tortorella e a quello di Sanza, di cui erano possessori, per
custodirli diligentemente ne gravetur ab hostibus.
Nell'archivio di Badia di Cava sono conservate
due pergamene che accennano a Tortorella.
Nel novembre del 1290, Gerolamo figlio di Guido
con il consenso della moglie vendette un terreno con vigna a Policastro ubi
Molinelli dicuntur per una oncia d'oro a D.no Roberto di Tortorella.
Il 30 gennaio 1314, per scadenza, vennero
devoluti "in feudum nobile" tutti i beni che erano stati di Giovanni
Lombardi di Tortorella, da parte di Tommaso Sanseverino a Silvio Vulcano di
Padula.
UNA SOCIETÀ RURALE ANOMALA: TORTORELLA NEL MEDIOEVO
Analizzando i registri
conservati nell'archivio sussidiario di Sala Consilina redatti dal notar
Bahordo Palumbo di Tortorella e dal notar Guglielmo Lombardi, dal 1478 al 1521,
il prof. Alfonso Leone dell'Università di Salerno, ha cercato di valutare la
qualità e la quantità dei singoli settori della vita economico-sociale, e il loro
reciproco delimitarsi ed integrarsi, in Tortorella e nei casali viciniori.
I protocolli notarili nel ridurre l'angolatura
economico-giuridico ai "contratti agrari", permettono di
rappresentare in maniera sincronica e articolata la società rurale. Ne deduciamo
gli aspetti più significativi della società e del paesaggio medievale:
l'antropizzazione del territorio; il tenore di vita, gli usi e i costumi degli
abitanti; la religione; la cultura; l'amministrazione; l'economia.
CARAFA DELLA STADERA Duchi di Campolieto e Marchesi di Tortorella
CARAFA DELLA STADERA
Duchi di Campolieto e Marchesi di Tortorella
L’illustrissima e storica famiglia CARAFA si distingue in: CARAFA della SPINA e CARAFA della STADERA. Sia l’una che l’altra nobile stirpe ebbe tra i loro discendenti vescovi, arcivescovi, cardinali ed anche un papa, Paolo IV, che si fece tanto odiare che alla sua morte tutte le sue statue furono buttate nel Tevere.
Si dicono CARAFA della SPINA quelli del predicato di Roccella, di Policastro Bussentino e di Traetto; CARAFA della STADERA quelli del predicato di Andria, di S. Lorenzo, di Noja, di Tortorella e di Montecalvo.
Secondo quanto ha scritto Davide PROTA, la famiglia CARAFA fu di origine ungherese ed aveva cognome “KOREZAK”, che vuol dire appunto "carafa".
Ebbe a capostipite certo Zoardo detto: “illustre per la vittorie di Attila in Ungheria”.
Il capostipite della
famiglia CARAFA della STADERA fu Tommaso, nato a Napoli nel XII secolo, figlio
di Bartolomeo e discendente inoltre da altro più antico casato napoletano: i CARACCIOLO.
La nobile famiglia fu ascritta al Patriziato napoletano del Seggio di Nido
e, dopo la soppressione dei sedili (1806), fu iscritta nel Libro d'Oro
napoletano
I Marchesi di Tortorella appartenevano al ramo dei CARAFA della STADERA da
Napoli.
Il loro stemma aveva uno sfondo rosso attraversato da tre fasce orizzontali d’argento, con una stadera di ferro al naturale, e inciso un motto: “Hoc fac et vives”.
Nel 1569 Francesco ALDERISIO acquisì il Feudo di Tortorella. Nel 1600, per il matrimonio dell’unica erede della Famiglia ALDERISIO, N. D. Vittoria ALDERISIO, con Giovan Battista CARAFA della STADERA, Tortorella passò alla Famiglia CARAFA, che la governò fino al 1800, epoca in cui fu abolito il regime feudale.
Riportiamo di seguito la discendenza dei Marchesi di Tortorella:
A) Giovanni Battista CARAFA della STADERA, patrizio napoletano, sposa Vittoria ALDERISIO, figlia ed erede di Francesco ALDERISIO Barone di Tortorella e di Porzia DE REGINA
B) Il loro figlio Francesco CARAFA della STADERA (+ 5-3-1660), Barone di Tortorella per successione materna, patrizio napoletano, sposa a Napoli il 02/06/1619 Donna Antonia RICCARDO, figlia di Giuseppe RICCARDO, Barone di Corsano e di Laura DELLA GATTA.
C) I figli di Francesco CARAFA delle STADERA e Donna Antonia RICCARDO sono:
· Giovanni (* Napoli 2-?-1620 ? + ?), Patrizio Napoletano.
· Laura (* Napoli 17-8-1620 + ?), monaca “suor Maria Cherubina” nel monastero di San Sebastiano a Napoli dal 1639.
· Anna Beatrice (* Napoli 14-7-1621 + ?).
· Beatrice (* Napoli 11-10-1622 + ?)
· Cesare (* Napoli 1-3-1624 + ?), Barone di Tortorella dal 1660, patrizio napoletano, sposa a Napoli il 29/06/1675 Isabella CAPECE, figlia di Ottavio CAPECE, Patrizio Napoletano, e di Anna SANTELIA.
· Fabio (* 14-4-1625 + ?), Patrizio Napoletano.
· Giuseppe (* Napoli 15 e + ivi 25-4-1626), Patrizio Napoletano
· Lucrezia (* Napoli 21-4-1627 + ?).
· Antonio (* Napoli 20-9-1632 + 23-12-1702), Barone di Tortorella alla morte del fratello Cesare, Patrizio Napoletano, sposa il 23/01/1673 Donna Roberta RECCO, figlia di Don Guglielmo RECCO Duca d’Accadia e di Lucrezia BLANCH.
D) I figli di Antonio CARAFA della STADERA e Donna Roberta RECCO sono:
· Vittoria (* Napoli 13-11-1673 + ivi 7-2-1751)
· Lucrezia (* Napoli 28-7-1674 + ?) sposa nel 1696 Domenico CEDRONIO figlio di Benedetto CEDRONIO Barone di Rocca d’Evandro (Caserta).
· Anna Maria (* 3-11-1675 + ?), monaca “suor Maria Costanza” dal 1691.
· Francesco (* Accadia 19-12-1676 + Tortorella 1-5-1734 ?), Barone di Tortorella dal 1702, 1° Marchese di Tortorella con Diploma del 20/07/1710, Patrizio Napoletano, sposa nel Luglio 1707, Donna Teresa GAROFALO, figlia di Aniello GAROFALO Marchese della Rocca d’Evandro e di Francesca DE DURA
· Laura (+ 7-4-1723)
· Domenico (* Napoli 3-2-1680 + ?), Patrizio Napoletano.
· Giuseppe (* Accadia 24-5-1681 + 15-10-1739), 2° Marchese di Tortorella dal 1734 alla morte del fratello Francesco, Patrizio Napoletano, sposa Eulalia SALINERA (* 1708).
E) I figli di Giuseppe CARAFA della STADERA e Donna Eulalia SALINERA sono:
§ Roberta (* 6-10-1723 + 20-12-1811)
§ Andrea (* 26-5-1730 + 14-9-1797), 3° Marchese di Tortorella dal 1739, Patrizio Napoletano, sposa il 09/02/1752 Donna Vincenza MASTELLONI, figlia di Don Giovanni MASTELLONI, 1° Duca di Limatola e di Alimena DATTILO dei Marchesi di Santa Caterina (* Napoli 3-7-1737).
F) I figli di Andrea CARAFA della STADERA e Donna Vincenza MASTELLONI sono:
· Francesco (* Tortorella 28-2-1753 + 12-8-1802), 4° Marchese di Tortorella dal 1797 e Patrizio Napoletano.
· Giovanni Battista (* Napoli 25-9-1757 + ?), Patrizio Napoletano.
· Maria (* Tortorella 28-2-1759 + 26-4-1838), monaca nel monastero di San Potito dal 1777 poi trasferita nel monastero del Gesù, entrambi a Napoli.
· Giuseppe (* Tortorella 2-5-1761 + 7-3-1822), 5° Marchese di Tortorella dal 1802 e Patrizio Napoletano, sposa il 19/10/1791 Donna Maria Luisa LOTTIERI D’AQUINO, figlia di Don Antonio Principe di Pietrastornina e di Maria Luisa PARISETTI (* 6-8-1762 + 11-12-1809).
· Antonio (* Tortorella 24-10-1762 + 18-2-1813), Patrizio Napoletano.
· Maddalena (* Tortorella 15-7-1764 + 5-8-1822) sposta a Tortorella il 29-4-1781 con il Marchese Giulio Cesare DONNAPERNA (+ 1797).
· Luigi (* Tortorella 13-2-1766 + ivi 3-1-1824), Patrizio Napoletano.
· (Naturale ?) Cesare (* 1757 + ?), Tenente nel reggimento Valle di Mazara e Tenente Colonnello il IV-1801, Reggente della Val di Noto 1802/1806
· (Naturale ?) Donato, imprigionato a vita nel 1791.
G) I figli di Giuseppe CARAFA della STADERA e Donna M. L. LOTTIERI D’AQUINO sono:
· Francesco (* 24-9-1792 + 24-2-1793), Patrizio Napoletano.
· Giovanna (* 17-12-1793 + 23-12-1857), 7° Marchesa di Tortorella dal 1834 alla morte del fratello Antonio, sposata il 23-10-1813 con Pietro HERMAN (* 11-12-1794 + ?).
· Antonio (* 27-8-1796 + 10-8-1834), 6° Marchese di Tortorella dal 1822, Patrizio Napoletano.
· Andrea (*
II-1798 + infante), Patrizio Napoletano.
martedì 5 aprile 2016
L’Antico Borgo Medioevale di TORTORELLA (Sa)
Tortorella (Provincia di Salerno, Basso Cilento)
Abitanti: n. 630 (ISTAT 2001) – Altitudine centro abitato: 582 m s.l.m.
Variazione dell’altitudine comunale: 50 m – 1480 m
Estensione del territorio comunale: 4.969 ettari
Tortorella, natura, mito e cultura…
A ridosso del mare, nell’entroterra del Golfo di Policastro, Tortorella, pittoresco borgo, poggia su un altopiano di roccia carsica, circondata da orridi danteschi e dolci vallate di olivi e castagni.
Uno dei più antichi centri del Cilento, le sue nobili origini si perdono nel buio dei tempi.
E’ il paese delle Rocche, delle chiese, dei vicoli, dei portali in pietra, dei cortili.
Purissime e ricche di effetti salutari sono le sue sorgenti sparse trai boschi.
Qui i segreti dell’artigianato del ferro battuto, del legno, dell’arte del ricamo si tramandano ancora fino ai nostri giorni, e si distinguono per perizia e alacre fantasia.
Veri tesori artistico - monumentale sono le chiese SS. Maria Assunta in Cielo, SS. Immacolata Concezione, S. Vito e le cappelle minori, tra cui SS. Maria dei Martiri, recentemente restaurata, dove si conservano affreschi del Quattrocento.
Irresistibile è l’attrattiva urbanistica del centro storico medioevale. Forte è il senso della vita.
E’ meta interessante, da visitare, per la natura incantevole che lo circonda e per l’ambiente salubre e rilassante. La piscina comunale, campi da tennis, basket, palla a volo, piazze ed isole pedonali offrono al turista anche la nota cittadina.
Un po’ di storia…
Le antiche origini di Tortorella sono legate al flusso commerciale esistente nel IV secolo a.C. tra i porti delle colonie greche Pyxùs (poi romana Buxentum, oggi Policastro Bussentino) sul Mar Tirreno e Siri, presso Metaponto, sul Mare Ionio.
Il toponimo, di origine normanna, è legato alla dolce morfologia del colle su cui il paese si adagia. Tuttavia, piace pensare alle numerose colombe e tortorelle solite riposarsi sui tetti del paese.
Secondo la tradizione orale lucana, dall’antica colonia romana Blanda, in Calabria, distrutta da un’invasione di grosse formiche nere, giunsero alcune famiglie che si insediarono qui stabilmente.
Il successivo arrivo dei monaci italo-greci contribuì alla sua affermazione nel territorio cilentano.
Nell’anno 1021, divenne feudo di Guaimaro III longobardo, principe di Salerno, con i casali Casalecto, Bactalea e Bonati (oggi Casaletto Spartano, Battaglia e Vibonati).
Nel 1267 Tortorella appoggiò la discesa in Italia di Corradino di Svevia, ultimo degli Hohenstaufen, figlio di Corrado IV e di Elisabetta di Bavi
Con Taherius de Turturella e Amerius de Turturelle ed i loro villani fu presente alla 3a Crociata.
Il Feudo appartenne ad Almirante Ruggero Barone di Lauria, poi ai Sanseverino Conti di Capaccio.
A causa della famosa ribellione di questa famiglia al Re di Napoli Federico D’Aragona, il Feudo fu affidato a Giovanni Andrea Caracciolo, per poi giungere agli Alderisio ed infine, alla famiglia del marchese Carafa-Stadera, che lo dominò fino al 1810.
Come arrivare…
Treno: Stazione FF.SS. di Sapri (SA), linea Battipaglia-Paola, proseguire per la S.P. 16.
Auto: - Uscita Padula-Buonabitacolo Autostrada A3 Salerno-Reggio C., Strada a scorrimento veloce Bussentina S.S. n. 517; uscita Caselle in Pittari; S.P. 16.
- Uscita Maratea Autostrada A3 Salerno-Reggio C., Strada a scorrimento veloce Fiume Noce; uscita Casalbuono, S.S. 19, bivio Fortino, strada comunale Battaglia e S.P. 16.
Principali Beni Artistici ed Architettonici
Porta Suctana: antica porta di accesso al paese risalente al XIII secolo;
Palazzo Marchesale Famiglia Carafa-Stadera con pozzo in pietra calcarea del 1758 (in restauro);
Chiesa Madre Parrocchiale SS. Maria Assunta in Cielo;
Chiesa SS. Immacolata Concezione; Chiesa di San Vito Martire;
Cappella SS. Maria dei Martiri: sono presenti affreschi del XV secolo;
Croce in pietra calcarea del 1555, all’ingresso del paese.
Strutture pubbliche e private
Piscina Comunale, Campo Sportivo, Impianti Sportivi Polivalenti, Biblioteca Comunale, Ludoteca, Isola Pedonale Verde in località San Vito, Punto di osservazione naturale in località Belvedere.
Area con verde attrezzato per scampagnate presso la “Sorgente di Capitino”
Comune di Tortorella, Piazza Scipione Rovito, n. 1 - tel. 0973.374366
Ufficio Poste Italiane, Piazza Scipione Rovito, n. 1 – tel. 0973.374013
Farmacia Chirico Dott. Ferdinando, Via San Michele, n. 39 – tel. 333. 5860458
Itinerari paesaggistici e sentieri
Itinerari paesaggistici nel Parco Nazionale del Cilento. Visite guidate storiche, artistiche, culturali.
Sentieri Medioevali de “L’antico mulino delle rocche” e “la vecchia Ferriera dei Rupazzi”.
Percorsi enogastronomici & escursioni montane “Sulle orme di Pisacane, sul Monte Cocuzzo”
Appuntamenti & Folklore
Fiere: San Basilio (1 agosto); Mercato Comunale in Piazza Umberto I° (ogni mercoledì)
Festività religiose: S. Urbano (25 maggio); S. Vito (15 giugno); SS. Maria del Carmelo (16 luglio); S. Felice Martire (ultima domenica di ottobre);
Manifestazioni estive: Giornata Ecologica a cura dell’Amministrazione Comunale;
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